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Fiat 500
Giardiniera o Commerciale |
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Il 1960 un anno ricco di novità
per l'intera gamma e vede la
nascita della Giardiniera e
della versione D. Già da qualche
tempo si avvertiva la mancanza
della vecchia Topolino
belvedere, ciò che oggi
chiameremmo station wagon
o familiare. Il
problema è serio perchè
l'ingombro del motore impedisce
la costruzione di un vano di
carico allungato. Ancora una
volta il genio del progettista,
Dante Giacosa, escogita una
soluzione di grande interesse
tecnico: il motore a sogliola,
che può essere alloggiato
interamente sotto il pianale di
carico. Nel maggio del 1960
nascono così le versioni "Giardiniera"
e "Commerciale",
quest'ultima caratterizzata
dall'assenza di superfici
vetrate posteriori, anche
denominata "Furgoncino".In
sostanza i cilindri vengono
abbattuti di lato e resi
orizzontali, il convogliatore
dell'aria viene modificato per
avvolgere il nuovo propulsore e
la ventola centrifuga
rimpiazzata da una ventola
radiale. La presa d'aria è
sostituita da due prese d'aria a
colonna incorporate nei montanti
posteriori. La cilindrata è la
stessa del motore che equipaggia
la 500 Sport, per potenza ed
erogazione vengono ingentilite
per adattarsi al diverso
impiego. Il propulsore eroga
17,5 cv e la vettura raggiunge i
95 km/h.Questo motore venne
utilizzato anche sulla
Autobianchi Bianchina
Panoramica, che si affianca alla
500 Giardiniera rivolgendosi per
ad un pubblico alla ricerca di
vetture più ricercate ed
eleganti.La carrozzeria è
rivista radicalmente. La nuova
versione adotta la stessa della
berlina fino al termine delle
portiere anteriori, quindi
anch'esse a vento, e si allunga
poi verso il posteriore con
forma più squadrata. La coda è
del tutto nuova e squadrata, al
posto del cofano motore c'è il
portellone posteriore
incernierato di lato e apribile
come una portiera. Il passo si
allunga di 10 cm. I finestrini
posteriori sono rettangolari e
scorrevoli. I fanalini hanno la
parte superiore a goccia, la
luce della targa è diversa. Il
tetto è rigido solo in parte e
ricompare una capotte molto
allungata. Sospensioni e
impianto frenante sono
irrobustiti per via del maggior
peso e del carico trasportabile,
ceppi e tamburi derivano da
quelli usati sulla 600. Lo
schienale del sedile posteriore
è abbattibile per formare un
lungo vano di carico,
inizialmente non piano per via
dell'angolo residuo; in seguito
fu reso del tutto piano grazie
alla più sottile imbottitura
adottata per lo schienale. Le
dimensioni sono maggiori
rispetto alla berlina: la
Giardiniera è lunga 3,185 metri
(21,5 cm in più) e alta 1,354
metri (2 cm in più). La 500
Giardiniera dal marzo
all'ottobre 1960 riprende la
meccanica della Nuova 500 Tetto
Apribile (serbatoio carburante
allungato). Dall'ottobre 1960 al
marzo 1965 segue la Nuova 500 D
e tutte le migliorie introdotte
su questa nel corso della
produzione (serbatoio a
cubetto). All'interno spia delle
frecce (sopra al commutatore
d'accensione) e spia dei
proiettori a piena luce (a
sinistra del cruscotto). Levette
di starter e avviamento in
fusione con pomello di plastica.
Coppe ruota bombate. Dal 1961
lavavetro e imbottitura sotto
alla plancia. Dal 1964
tergicristallo con ritorno
automatico, balestra anteriore
con sei lame invece di cinque e
moulure sulle fiancate al filo
delle maniglie più corte nella
parte posteriore.Dal marzo 1965
al gennaio 1967 segue il modello
Nuova 500 F. è caratterizzata da
serbatoio da 22 litri e forma
allungata, eliminazione delle
cromature sul cofano e sulle
fiancate all'altezza delle
maniglie (rimangono quelle sui
sottoporta) e coppe ruote meno
bombate (tipo 850). All'interno
l'impostazione è la stessa della
berlina "F": cruscotto con scala
0-20-40-60-80-100-120 km/h,
scritta "Generat." anzichè
"Dinamo" sulla spia del
generatore, spie abbaglianti a
destra del cruscotto e frecce a
sinistra, interruttori luce
quadro, luci e tergicristallo
allineati. Nuovo motorino
tergicristallo (più battute al
minuto). Reggispinta della
frizione a sfere anzichè in
grafite.
Nel Febbraio 1967 l'Autobianchi
entra ufficialmente nell'orbita
Fiat, e la produzione della 500
Giardiniera viene trasferita a
Desio(MI). Cambia la
denominazione ("Autobianchi
Giardiniera 500") ed il
frontale, che riprende quello
della Bianchina, mentre prima
era quello delle 500 D e F.
All'interno il volante e il
cruscotto sono quelli che
verranno poi montati sulla 500
R, neri.A partire dal 1972 i
vetri posteriori scorrevoli
verranno soppiantati da quelli
con l'apertura a compasso mentre
le grigliette di aerazione del
motore poste sui montanti
posteriori verranno montate in
plastica anzichè in
alluminio.Dal 1974 al 1977
cambia il frontale (con fregio
Autobianchi realizzato sugli
attacchi di quello della Fiat
500 R) ed i finestrini
posteriori, con apertura a
compasso anzichè scorrevole.
Della giardiniera viene prodotta
una variante chiamata Furgoncino
500. Offre i due soli
posti anteriori e vano di carico
più spazioso grazie alla
mancanza del sedile posteriore.
I finestrini posteriori e la
capotte sono sostituiti da parti
rigide in lamiera. Il tetto è
irrobustito da quattro nervature
e dietro ai sedili anteriori
viene aggiunto un vano a
pozzetto coperto da un coperchio
in lamiera a filo del vano di
carico.
- Prezzo: |
565.000 lire |
-
Codice telaio: |
Fiat
110 Giardiniera 500
(1960), Fiat 110 D
Giardiniera 500
(1961-1965) e Fiat 110 F
Giardiniera 500
(1965-1967). |
- Codice motore: |
120.000, 120
D 000, 120 F 000. |
- Cilindrata: |
499,5 cc |
- Potenza Max: |
17,5 CV |
- Compressione: |
7,1:1 |
- Velocità Max: |
oltre 95
Km/h |
Fiat 500
Giardiniera - Libretto d'uso
e manutenzione
Scarica libretto
Fiat 500
Giardineria - Catalogo
ricambi
Scarica catalogo
Per ritrovare nella storia Fiat
un' utilitaria/familiare bisogna
risalire alla Topolino
500 C Belvedere, fuori
produzione dal 1955. In seguito,
numerosi furono gli studi
condotti su un' eventuale
adattamento della 600 ma il suo
motore posteriore a 4 cilindri
verticali raffreddato ad acqua
non permetteva l'ottenimento di
un piano di carico ben
sfruttabile e nemmeno
un'apertura posteriore. Dalla
Fiat 600 era già derivata la Multipla
(1956), vera antesignana della
moderne monovolume compatte,
destinata soprattutto
all'impiego come "taxi" o al
trasporto merci. Il suo
principale limite era la linea
troppo rivoluzionaria che non
incontrò il favore del pubblico,
nonostante gli indiscussi pregi
di praticità ed
economia.Nonostante all'epoca le
vetture "familiari" stentassero
ad affermarsi sul grande
pubblico, in quanto troppo
legate ad un'immagine di veicoli
commerciali, si pensò di partire
dalla 500 (dopo un paio d'anni
dalla presentazione finalmente
avviata al successo) per
realizzare una piccola "station"
utile per lo svago e per il
lavoro.La 500 Giardiniera fu
dunque presentata nella
primavera del 1960 e terminerà
la sua lunga carriera con il
marchio Autobianchi, dal 1968
fino al 1977 (per un totale di
circa 330.000 esemplari
prodotti). Utilizzando il
medesimo pianale, l'Autobianchi
contemporaneamente produsse una
versione naturalmente più
rifinita: la Panoramica
(1960/1970). Oltre alla linea,
derivata dalla Bianchina a passo
maggiorato, le sostanziali
differenze si riscontarono nel
sistema di apertura degli
sportelli: le portiere
risultarono già "controvento",
mentre lo sportello posteriore
fu incernierato al tetto e non
di lato, come invece accadde per
la Giardiniera.
Prima del lancio della
Giardiniera, altri si
cimentarono nell'impresa di
adattare la nuova 500 ad una
maggiore capacità di carico:
qualche carrozziere, come
Francis Lombardi, tentò di
allungare il passo di una 500
berlina, in una configurazione
assai prossima alla futura
Giardiniera, mantenendo per il
motore in posizione verticale;
soluzione che non consentiva
l'ottenimento di un vano bagagli
capace ne tantomeno la
possibilità di ricavare un vero
sportello posteriore (Francis
Lombardi, modello "Utility",
1959).Nella berlina, il motore
posteriore risultava essere
troppo alto per permettere un
piano di carico: Giacosa decise
allora, genialmente,di ruotarlo
di 90° verso destra, ottenendo
così un bicilindrico orizzontale
(tipo 120). Il
nuovo propulsore aveva la
caratteristica di un'estrema
compattezza e, soprattutto, di
un ridotto ingombro verticale
tale da venir subito
ribattezzato "sogliola".
Accensione, carburazione e
raffreddamento furono rivisti.
L'accensione fu modificata e
posta a fianco della
distribuzione; un nuovo
carburatore Weber 26 OC
orizzontale prese il posto del
solito Weber 26 IMB 4 della
berlina. L'accesso al motore era
consentito da un'ampia botola
situata sul piano di carico; per
la piccola manutenzione ed il
rabbocco dell'olio ne venne
creata una più piccola agevole
raggiungimento senza interferire
con il carico trasportato. Il
raffreddamento fu interamente
riprogettato : la griglia di
aspirazione della berlina fu
soppressa. Giacosa immaginò un
sistema di circolo d'aria
prelevata grazie ad una ventola
accoppiata alla dinamo e
aspirante l'aria per mezzo di
bocche situate sulle fiancate.
L'aria passa dunque dentro a
condotti nella doppia scocca,
dentro la traversa posteriore,
per giungere fino al motore. Il
serbatoio carburante, nella sua
prima conformazione, risultò in
posizione centrale nel vano
anteriore; fu poi sostituito nel
1965 con il serbatoio della F, a
sviluppo orizzontale.
NB: A
proposito delle date di
produzione, molto spesso ci si
imbatte in una diatriba
riguardante il passaggio da
produzione della Giardiniera da
Fiat a Autobianchi. Bisogna
ricordare che l'Autobianchi,
essendo una marca creata dalla
Fiat, accoglieva nelle sue linee
di montaggio anche la Fiat 600
Multipla e la 500 F/L... senza
che queste mutassero
commercialmente di marchio
(rimanendo sempre "Fiat");
tuttavia solo a partire dal Marzo
1968 che per la
Giardiniera vengono modificati i
listini delle due Case: oltre ad
essere presentata a Ginevra con
nuovi cruscotto e volante color
nero, adotta ufficialmente il
fregio anteriore Autobianchi
entrandone in listino (ed
affiancandosi alla Bianchina
Panoramica) ed uscendo
definitivamente da quello Fiat.
Tutto questo è riportato in
diversi numeri di "Quattroruote"
del 1968, in primis nel numero
di marzo (147/68)
dove viene ufficializzato il
passaggio all'Autobianchi con
presentazione delle immagini
della nuova calandra e
cruscotto; sempre in quel
numero, eccezionalmente a doppia
piena pagina centrale (120 e
121), si trova un'inserzione
pubblicitaria Autobianchi (con
un evidente refuso a proposito
della cilindrata: 549 sic!) che
affianca le due "station"
(Bianchina Panoramica e 500
Giardiniera) ora accumunate
dallo stesso marchio. Altre
notizie di questo passaggio si
leggono nel supplemento
Quattroruote "Tutte la Auto del
mondo 1968" del maggio 1968 alla
voce: Autobianchi.
Infine, è sempre a partire dal
numero del marzo 68 fino al 1977
che Quattroruote nelle ultime
pagine dedicate ai listini
inserisce la 500 Giardiniera in
quello Autobianchi.
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Modelli |
Innovazioni |
Modifiche
meccaniche:
7/1964 :
abolizione
della botola
per verificare
il livello
olio
6/1966 :
sistema di
ricupero
vapori di
combustione
6/1967 :
tamburi
posteriori in
acciaio
anzichè
alluminio
A livello
di
prestazioni,
il motore
sogliola
sviluppò 17.5
CV - 4600 giri
e permise alla
Giardiniera di
raggiungere i
95 Km/h (che
sono poi gli
stessi valori
del
tradizionale 110
a cilindri
verticali). Fu
anche
riprogettato
il sistema
delle
sospensioni :
una nuova
balestra
all'avantreno
ma soprattutto
delle nuove
molle e degli
ammortizzatori
rinforzati al
retrotreno;
Questo in
previsione del
maggiore peso
del carico
trasportato.
Nella stessa
ottica, fu
potenziato il
sistema
frenante :
furono
adottati i
freni della
600 e questo
portò ad
adottare ruote
di disegno
diverso
rispetto alla
500.
La
scocca :
il problema
prioritario fu
quello
dell'aspirazione
dell'aria dopo
la
soppressione
della griglia
della berlina.
Furono così
poste dietro i
cristalli
posteriori,
due griglie
laterali,
realizzate in
alluminio (Fiat
1960/1967)
e poi in
plastica nera
(Autobianchi
1968/1977).
Questa
soluzione
permise ai
progettisti di
ottenere una
terza porta
incernierata
sul fianco e
comprendente
una porzione
di tetto, a
vantaggio
dell'accessibilità
al vano di
carico. Capacità
trasporto
persone e
bagaglio:
Nel totale, la
Giardiniera
risultò
misurare 3.185
m, ossia circa
21 cm più
lunga della
berlina; la
portata
ufficiale
dichiarata
dalla Fiat fu
di 4 persone
più 50 Kg di
bagaglio,
oppure di 200
Kg di carico
utile
(abbassando la
panca
posteriore).
Il vano
bagagli nella
conformazione
a 4 posti, a
filo dello
schienale,
risultò
misurare circa
0,25 m3;
mentre il
volume a pieno
carico a
sedili
reclinati
aumentava a
ben 1 metro
cubo. Piano di
carico situato
a circa 60 cm
da terra. La
Giardiniera si
distinse per
una maggiore
fruibilità di
spazio ai
passeggeri
posteriori,
sia per le
gambe, sia per
le spalle e
per la testa.
Da segnalare
un particolare
dispositivo
per mantenere
aperto lo
sportello
posteriore
(comprendente
anche una
porzione di
tetto), per
agevolare il
carico/scarico
di bagaglio e
una cinghia
per bloccare
in posizione
reclinata lo
schienale
posteriore.
All'esterno,
la Giardiniera
presenta delle
nuove luci
posteriori, di
forma
allungata, un
nuovo
portalampada
luce targa e
uno specchio
retrovisore
fissato sul
montante
anteriore
sinistro.
Dalla sua
presentazione,
la Giardiniera
conserverà le
porte "a
vento" fino al
termine della
sua
produzione,
nel 1977:
questo perchè
i veicoli
commerciali
beneficiarono
di una deroga
alla legge
italiana del
1964 a
riguardo del
verso di
apertura delle
portiere. La
500
Giardiniera
beneficerà in
seguito dei
cambiamenti
apportati alla
500 F e R,
perdendo,
dunque, le
modanature di
allumino
laterali e sul
cofano
anteriore.
Suoi
principali
tratti
distintivi si
ritrovano
nelle coppe
cromate, di
diversa foggia
rispetto alla
berlina, e
alla presenza
dello
specchietto
retrovisore:
introdotto,
per legge, in
Italia solo
nel 1976, ma
già d'obbligo
sui veicoli
omologati come
"promiscui".
Lo specchietto
retrovisore in
origine venne
posto alla
gronda del
montante
sinistro
anteriore, poi
spostato a
lato. Il
serbatoio
cambia forma
con
l'introduzione
della serie
F.Caratteristica
della
Giardiniera è
il tetto in
tela lungo
tutto il
padiglione
L'
interno
rimane
pressochè
identico alla
berlina :
stessa
strumentazione,
stessi comandi
e stessa
tappezzeria;
la
strumentazione
segue
l'evoluzione
dei modelli
berlina D e F.
Nel 1968, in
coincidenza
con il
passaggio
all'Autobianchi,
volante e
tachimetro
vengono
realizzati in
plastica
nera:
soluzione poi
adottata per
l'introduzione
della R nel
1972. La
Giardiniera
anticipa di un
anno
l'introduzione
del lavavetro,
di serie sulla
D berlina solo
nel 1961.
L'allestimento
interno si
arricchisce
con le
modifiche via
via apportate
alla berlina:
nel 1961
vengono
introdotti il
portacenere e
le alette
parasole. Nel
1964 viene
introdotto il
ritorno
automatico del
tergicristallo
e nel 1966
viene
modificata la
struttura dei
sedili,
realizzati a
molle anzichè
a cinghia.
Modificato e
potenziata la
climatizzazione
con
l'introduzione
di due bocche
per l'uscita
dell'aria
calda situate
nella parte
posteriore del
tunnel. I
finestrini
posteriori,
prima apribili
a scorrimento,
divengono
apribili a
compasso.
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