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Nel 1972 viene presentata al
salone di Torino l'ultima
versione, destinata a chiudere
la longeva e intramontabile
gamma delle 500: la 500 R.
In contemporanea è presentata
anche la Fiat 126. La lettera
"R" sta per rinnovata.
Sostituisce le versioni F e L,
che escono di produzione, e
riprende i canoni delle vecchie
500: semplicità e spartanità. Il
motore però è quello impiegato
sulla 126 prima serie: il
bicilindrico delle F e L con
cilindrata aumentata a 594
centimetri cubici. Sulla nuova
126 eroga 23 cavalli a 4 800
giri, sulla 500 R la potenza
rimane quella delle precedenti
versioni: 18 cavalli (a 4000
giri anziché 4 400) e la coppia
aumenta leggermente. Viene
montato il rapporto al ponte più
lungo (8/39) della Nuova 500
Sport, e unitamente al
lievissimo aumento di coppia, la
500 R raggiunge finalmente i 100
km/h. All'esterno perde tutte le
cromature (anche nei
sottoporta), sul cofano motore
rimane la targhetta "Fiat 500" e
vengono montati i cerchi ruote
in lamiera stampata della 126,
che per la loro forma non
necessitano di coppe cromate.
Cambia anche il frontale, che
adotta lo stemma Fiat a losanga.
All'interno ritorna la
spartanità della F. Il cruscotto
ha la forma rotonda di quello
della F ma di colore nero e con
scala tachimetrica della Nuova
500 Sport, con circolini rossi
delle velocità massime posti a
30, 45 e 75 km/h, in virtù delle
marce più lunghe. Anche il
volante è lo stesso della F, ma
è nero e non più beige. Sulla
plancia spie indicatori di
direzione (a sinistra del
cruscotto) e proiettori a piena
luce (a destra), interruttore
luci, commutatore d'accensione e
interruttore tergicristallo.
Scompare l'interruttore della
luce del cruscotto, che ora si
accende automaticamente con le
luci di posizione. Sulla plancia
l'imbottitura torna ad esser
limitata ad un bordino nella
parte inferiore, scompaiono le
tasche alle portiere e il
portaoggetti sul tunnel, il
sedile posteriore torna ad
essere fisso, i sedili sono
rivestiti in tinta unita, senza
nessuna cucitura. Tra gli
optional rimangono solo gli
pneumatici radiali, i sedili in
panno e l'antifurto
bloccasterzo; scompaiono i
sedili reclinabili. Viene
prodotta soltanto
all'Autobianchi di Desio e alla
SicilFiat di Termini Imerese. A
partire dal 1974, solo nello
stabilimento siciliano.
- Prezzo 1972: |
660.000 lire |
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Codice telaio: |
Fiat 110 F II Berlina 500 |
- Codice motore: |
126 A5 000 |
- Cilindrata: |
594 cc |
- Potenza Max: |
18 CV |
- Compressione: |
7,5:1 |
- Velocità Max: |
oltre 100
Km/h |
Fiat 500 R
- Libretto d'uso e
manutenzione
Scarica libretto
Fiat 500 R
- Catalogo ricambi
Scarica catalogo
Le 500 F/L vennero prodotte per
quasi tutto il 1972;
Con l'avvento degli anni 70,
anni di grandi cambiamenti
sociali e di crisi economica, si
credette che i tempi fossero
ormai maturi per lanciare una
nuova piccola vettura che, pur
conservando la meccanica e la
filosofia della 500, risultasse
però sostanzialmente differente
nella carrozzeria: per il nuovo
modello furono dunque adottate
forme decisamente più squadrate
che richiamavano la maggiore 127
(presentata nel 1971). In Fiat,
l'approvazione del nuovo modello
126 fu
preceduto da un lungo dibattito
sulla reale opportunità di una
radicale sostituzione della 500
piuttosto che di un semplice
aggiornamento. In ogni caso
risultò immediatamente pacifico
come la meccanica,
supercollaudata robusta ed
economica, dovesse rimanere
inalterata. Anche sulla base
delle prime istanze di
"sicurezza" delle autovetture,
si optò alla fine per il lancio
di un nuovo modello; tuttavia
l'ancora consistente successo
della 500 non ne decretò
immediatamente la fine ma
permise un "affiancamento" per
altri tre anni nella gamma Fiat.
Al salone di Torino, nel
Novembre 1972, venne dunque
presentata la Fiat 126 come
novità assoluta, oltre che
l'ultima serie delle 500: la R
("Rinnovata") o, come venne
anche inizialmente chiamata,
"unificata".
Il motore che equipaggiava
entrambe le vetture, passò dallo
storico 499,5 cc alla cilindrata
di 594 c.c.
(questo soprattutto
sull'esperienza acquisita dalla
Abarth, assorbita nel 1971 dalla
Fiat): per la 126 la potenza fu
portata a 23 CV, mentre la 500
risultò depotenziata ai soliti
18 CV della F/L.
La R, proprio come le primissime
500 nei confronti della "600",
nelle intenzioni della Casa mai
avrebbe dovuto entrare in
competizione con la 126: per
questo motivo, oltre al
depotenziamento del motore e al
cambio non sincronizzato,
presentava delle finiture molto
semplificate che la fecero
somigliare alla precedente F.
Anche i pneumatici radiali, di
serie sulla L, tornarono qui ad
essere un optional.
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Modelli |
Innovazioni |
L'interno:plancia
e
strumentazione:
tachimetro e
volante
riprendevano
la medesima
foggia della F
ma furono
realizzati in
plastica nera
in
sostituzione
della plastica
bianca: non fu
una novità
assolutà
perché questa
modifica già
apparve nel
1968 sulla
Giardiniera di
produzione
Autobianchi.
Gli
interruttori
del centro
plancia furono
ridotti a due
soltanto,
inglobando la
funzione di
luce
tachimetro
all'accensione
delle luci
esterne; le
loro ghiere di
fissaggio
risultarono
realizzate in
plastica nera,
in luogo delle
ghiere in
metallo fino
ad allora
impiegate. I
deflettori
della R hanno
la
caratteristica
di avere la
maniglietta di
apertura
incollata al
vetro anziché
fissata
tramite vite.
Il
rivestimento
dei sedili e
la pannelleria
furono
mantenuti in
vinilpelle
liscia a tinta
unita (tipo
F), ma venne
abolito lo
schienale
posteriore
ribaltabile,
in luogo di
uno fisso.
Modificato
anche il
sistema
interno
d'apertura
delle portiere
che risultò un
compromesso
tra la F e la
L: della F fu
conservata la
maniglia
chiudiporta in
plastica nera,
mentre della L
rimase la leva
di apertura in
zama, questa
volta
verniciata di
nero con la
ghiera
cromata. Alla
leva del
cambio fu
montato un
pomello
sferico già
apparso sulla
L: la
particolarità
di questo
componente
consisteva
nella
lavorazione
"ergonomica"
nella parte
inferiore che
riportava
delle lacune
per l'alloggio
dei
polpastrelli
delle dita.
All'esterno:Se
la F risultò
già più sobria
della D per
l'abolizione
di gran parte
delle
modanature,
con la R si
arrivò alla
totale
rinuncia di
qualsiasi
profilato di
abbellimento.
Alla calandra
fece la sua
comparsa il
logo Fiat a
losanghe, già
apparso sulle
altre vetture
della Casa.
Della F fu
conservato,
sempre a
losanghe, il
logogramma
"Fiat 500"
sullo
sportello
motore. Lo
stesso logo
venne inciso
anche al
centro dei cerchi
ruota di
nuova
concezione:
identici nel
disegno a
quelli della
126,
risultavano di
aspetto più
pratico e
"sportivo"
presentando 4
feritoie e i
bulloni a
vista; una
novità
rispetto al
passato (ma
che si
ricollegava
direttamente
alle origini)
era
l'abolizione
delle coppe,
rendendo così
più agevole la
manutenzione e
la
sostituzione
delle ruote.
Per la 500 la
misura di
questi cerchi
rimase di 3,5
pollici,
tuttavia era
anche
possibile
montare quelli
da 4 pollici
della 126,
sempre
conservando
gli stessi
pneumatici di
misura 125/12.
La
meccanica:La
meccanica
della R é
senza dubbio
più ricca di
novità che non
le modifiche
di dettaglio
appena
illustrate.
Nuovo il
motore che
riporta la
sigla
126A5.000, di
cilindrata 594
cc erogante
una potenza
max di 18 CV a
4600 g/m.
Carburatore
Weber 24 in
luogo del
solito Weber
26. Da questi
dati si può
comprendere
come il nuovo
motore sia
stato studiato
per ottenere
una maggiore
elasticità di
marcia e
risultare più
economico e
longevo.
Grazie ad un
rapporto al
ponte
"sportivo"
(8/39: lo
stesso delle
Abarth e della
Sport) la R
arriva a
superare i 100
Km/h. Da
segnalare una
maggiore
elasticità di
marcia ed una
maggiore
uniformità di
funzionamento
anche ai
regimi
intermedi. Le
diverse
caratteristiche
del motore si
avvertono
soprattutto
durante la
ripresa: anche
in 4° marcia,
a bassa
velocità, la R
non mostra più
il
comportamento
"a singhiozzo"
delle versione
precedenti.
Per il cambio,
viene adottato
quello della
126 (senza i
sincronizzatori
se non negli
ultimissimi
esemplari
prodotti) e
risulta
sostenuto da
una lamiera
avvolgente a
mo' di
"culla", in
aggiunta al
supporto a
forma di "U"
già presente
sulle versioni
precedenti. La
campana
risulta
modificata per
la diversa e
più razionale
posizione del
motorino
di avviamento
che viene
collocato sul
lato destro,
risultando
così più
facilmente
raggiungibile.
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