La vettura venne presentata in
anteprima al Presidente del
Consiglio, il democristiano
Adone Zoli, nei giardini del
Viminale il 1 luglio 1957;
seguì, il 2 luglio un cocktail
allo Sporting Club di Torino per
i giornalisti specializzati per
essere presentata al pubblico il
4 luglio 1957. Il nome di Nuova
500 fu scelto per
sottolineare la sua discendenza
dalla 500 Topolino, è arrivata
alla versione "C" e uscita di
produzione pochi anni prima. La
velocità massima era di 85 km/h.
Il prezzo di lancio 490.000
lire, piuttosto alto se
paragonato a quello di della 600
superiore di appena 150.000
lire, che aveva quattro posti
veri e non due più due di
fortuna.
L'allestimento di questa prima
serie era davvero spartano, e
mancavano soprattutto le
cromature che tanto erano amate
dagli italiani in quegli anni,
mentre i cerchi delle ruote
avevano un apposito disegno, che
permetteva così di escludere la
necessità di usare le coppe alle
ruote, che tra l'altro montavano
pneumatici di 12 pollici, fino a
quel momento mai prodotti dalle
fabbriche preposte che li
introdussero in commercio
proprio per la 500. Mancavano
anche le levette del devioluci e
delle frecce sul piantone dello
sterzo, le luci si comandavano
interamente con la chiave di
accensione modello Bosch a sei
posizioni (solo luci di
posizione, neutra, marcia a luci
spente, marcia con posizioni,
marcia con anabbaglianti, marcia
con abbaglianti), le frecce con
una levetta trasparente che
incorporava la spia di
funzionamento posizionata al
centro della plancia poco sopra
la chiave. I vetri erano fissi
tranne i due deflettori laterali
apribili a compasso, senza
fermo, che a piena apertura
disturbavano l'azione delle mani
sul volante. Il tetto era stato
sostituito dall'ampia capotte in
tela che scendeva fino al limite
del cofano posteriore e
incorporava il lunotto in
vinile; si apriva sostenuta da
lunghi pantografi e poteva
essere arrotolata. Mancava il
sedile posteriore e al suo posto
c'era solo una panchetta non
imbottita, per via della quale
la vettura veniva omologata per
due posti. I cerchi delle ruote
erano in lamiera color giallo
crema, fissati con quattro
bulloni a vista senza le coppe
cromate di moda a quei tempi. I
fari non avevano le cornicette
cromate. L'aria esterna poteva
essere introdotta nell'abitacolo
grazie a due feritoie poste
sotto i fari anteriori (a
partire dall'ottobre 1959
sarebbero state eliminate e
rimpiazzate dagli indicatori di
direzione frontali, per adeguare
l'auto al Nuovo Codice della
Strada) che tramite due tubi nel
bagagliaio potevano immettere
l'aria da due bocchette con
sportellini a farfalla dislocate
sotto la plancia. Il
riscaldamento usava l'aria di
raffreddamento forzata del
motore. Lo sbrinatore del
parabrezza era optional.
Parecchie saldature erano a
vista e la tappezzeria degli
interni molto povera.
Secondo l'usanza di quegli
anni, le portiere erano
incernierate a vento anzichè
controvento. L'aria per il
raffreddamento del motore, che
assolveva anche i compiti di
riscaldamento, era aspirata
dalla presa d'aria a griglia che
caratterizzava il posteriore,
subito sotto il lunotto. La
trazione era posteriore come su
quasi tutte le automobili di
quel periodo e il cambio aveva
quattro marce non sincronizzate
più la retromarcia. Lo schema
sospensivo era quello della 600:
all'anteriore balestra e
ammortizzatori, al posteriore
ruote indipendenti con molle
elicoidali coassiali agli
ammortizzatori. Anche l'impianto
frenante idraulico a quattro
tamburi era ereditato dalla 600,
ma le ganasce erano
autocentranti con recupero
automatico del gioco (prima auto
Fiat a montare questo
dispositivo). Gli indicatori di
direzione laterali (le lucciole)
erano a goccia; quelli frontali
assenti. La plancia era assai
spartana e comprendeva il
piccolo cruscotto a palpebra,
chiave di accensione e comando
luci a sei posizioni,
interruttore per la luce del
quadro, interruttore dei
tergicristalli a tre posizioni:
fermo, avviato, ritorno (il
ritorno automatico non c'è),
deviatore a levetta trasparente
per le frecce con spia
incorporata. Il cruscotto
incorpora tachimetro,
contachilometri, spia delle luci
(verde), della dinamo, della
benzina e dell'olio(rosse). Sono
presenti tre dischetti rossi
posti in corrispondenza dei 23
km/h, 40 km/h e 65 km/h per
indicare i limiti delle marce
inferiori. Il fondoscala è a 100
km/h. Sotto la plancia è
collocato il vano portaoggetti,
in lamiera. Volante, cruscotto,
pomello del cambio sono di
colore beige neutro. Subito
dietro la leva del cambio, sul
tunnel, ci sono le due levette
in metallo che comandano il
motorino di avviamento e l'aria,
cioè l'arricchitore della
miscela aria-benzina utile per
le partenze a freddo.
Gli accessori disponibili a
richiesta sono tre: sbrinatore
del parabrezza, pneumatici con
il fianco bianco e tinta Bleu
Scuro 456 (gratuito).
Basterebbe forse poco di pi?
per accontentare la clientela, e
l'azienda corre ai ripari. Nel
settembre dello stesso anno esce
una versione lievemente
revisionata, con l'aggiunta alla
lista degli optional delle coppe
ruota cromate, ma non basta. Si
pensa allora a un aggiornamento
sostanzioso e si lavora sia sul
motore sia sull'allestimento. Il
primo viene rivisto nel
carburatore (Weber 24IMB2) nella
fasatura e nell'alzata delle
valvole migliorandone
l'erogazione ed elevandone la
potenza alla soglia dei 15 cv a
4000 giri al minuto, il secondo
si arricchisce di molti dettagli
ritenuti irrinunciabili come le
modanature cromate sulle
fiancate e i finestrini
discendenti. La velocità massima
sale a 90 km/h. A partire dal
novembre 1957 la Nuova 500 viene
quindi commercializzata in due
versioni: Economica (quella
della presentazione, venduta a
465.000 lire anzichè 490.000) e
Normale, l'allestimento
migliorato descritto sopra,
venduta a 490.000 lire. Caso
unico nella storia
dell'automobile, i proprietari
delle Nuova 500 Economica
vendute prima del lancio della
Normale, ricevono la differenza
di 25.000 lire tramite assegno e
vengono invitati presso le
Stazioni di Servizio autorizzate
Fiat per l'aggiornamento
gratuito del motore. E'
importante osservare che la
500 economica non fu la prima
500 prodotta. Questo
ruolo spetta alla cosiddetta prima
serie che restò in
produzione solo tre mesi: dal
luglio 1957 al settembre 1957.
Il nome ufficiale delle prima
serie è Nuova 500; le serie
successive conservano questo
nome ma gli affiancano una
denominazione esplicativa
(Economica, Normale, America,
Sport, Giardiniera D,
Giardiniera F e Giardiniera
Autobianchi, D, F, L, R; nelle
varianti trasformabile e tetto
apribile) quasi mai indicata sul
corpo della vettura in modo
chiaro ed inequivocabile. Per
questi motivi un esemplare
originale della prima serie è
oggi di eccezionale rarità.